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Rovereto, 25 agosto 2013
Pasina: «Entro settembre il nuovo filtro»
Previdi, presidente della commissione ambiente: «Adesso sappiamo ufficialmente che Pasina sta procedendo»
dal Trentino di domenica 25 agosto 2013

Solo negli ultimi 5 anni è successo di tutto, ma non è mai cambiato nulla. Esposti (da parte di privati e di partiti politici, per avere una data, il primo della Lega è del 2008), un sequestro da parte della magistratura (ottobre 2010) con nomina di un commissario per bonificare l’impianto, la nomina di un superconsulente del Comune per studiare come modificarlo, l’indagine col «naso elettronico» per quantificare di quante decine di volte l’odore eccedesse i limiti tollerabili.

Ma l’effetto di tutto è stato ad oggi il nulla più totale: a zaffate l’odore di putrido arriva, soprattutto di sera e notte ma non solo, fino a lambire il centro storico della città. Nell’autunno scorso pareva fosse arrivata l’ora X: la Provincia stava per colmare la lacuna normativa che aveva impedito interventi drastici, adottando una propria norma che ponga limiti alle emissioni odorose.

Era pronta ben prima di Natale, ma la firma del presidente (Dellai prima, Pacher poi) non è mai arrivata. E quindi non restano che l’Appa e le sue prescrizioni di gestione. A settimane vedremo con quali effetti concreti.

Il 10 agosto scadeva l’«ultimatum» dell’Appa a Pasina: il termine ultimo entro il quale mettersi in regola modificando il filtro ed altri particolari tecnici dell’impianto di compostaggio. Pena la chiusura d’imperio dell’attività. Ovviamente l’obiettivo è quello di sempre: interrompere l’emissione di odori nauseabondi che ormai da anni mette a durissima prova mezza città. Proprio il giorno prima, il 9 agosto, è arrivata in Comune una lettera di Pasina. Che informa di avere avviato gli interventi di adeguamento degli impianti disposti dalla Provincia. Entro una ventina di giorni (quindi, fine agosto) si arriverà a scoperchiare il biofiltro (a suo tempo sigillato), rinnovarne il materiale filtrante e rivederne il funzionamento.

La loro previsione è che possa diventare pienamente efficiente entro 15 giorni dalla nuova attivazione. Quindi a spanne, ipotizzando un paio di settimane di lavori, per la fine di settembre o inizio ottobre il rinnovato impianto dovrebbe essere alla sua massima efficienza. E la puzza, se le prescrizioni dell’Appa hanno veramente individuato il problema ed il modo di risolverlo, sparire.

«Bene - commenta Mauro Previdi, presidente della commissione ambiente - adesso sappiamo ufficialmente che Pasina sta procedendo. Un passo avanti che però non può farci dimenticare il gravissimo disagio patito dalla popolazione di Sacco per tutta l’estate, quando col caldo torrido doveva scegliere tra non aprire le finestre nemmeno di notte o sopportare i miasmi provenienti dal Navicello. E nemmeno possiamo dimenticarci che questa emergenza durata anni ha precise responsabilità:la Provincia aveva tutti gli strumenti per intervenire imponendo il rispetto della salute e della vivibilità dei cittadini, ma non lo ha fatto. Prima o poi qualcuno ci spiegherà perché. E’ evidente che la Pasina gode di un occhio di riguardo, forse perché del suo impianto c’è bisogno o si pensa che possa diventare utile in futuro. Sta di fatto che anche ora il termine fissato dalla stessa Provincia è scaduto e nessuno ha preso alcun provvedimento. Pasina si impegna ad adempiere più o meno con 2 mesi di ritardo. E nessuno in Provincia ha nulla da eccepire».

Quindi si aspetta? «Certo che si aspetta. Però mi sento di dire che questa è l’ultima volta: la pazienza dei roveretani ormai è esaurita e le troppe prese in giro degli ultimi anni rendono sospettosi. Per Pasina questa è l’ultima possibilità: spero che la sfruttino a dovere. Se a inizio ottobre il problema non sarà effettivamente risolto, organizzeremo delle manifestazioni popolari sia in Comune che in Provincia. La gente non ne può più ed è stata anche troppo paziente. Anni di vita condizionata se non rovinata, di illusioni e di promesse mancate. Non sarà un mese di ritardo a fare la differenza, ma un’altra delusione non sarebbe più sopportabile. E di sicuro non sarà sopportata in silenzio».

 

  Mauro Previdi

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